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La consulenza ai genitori per la gestione dei comportamenti problema: Il Parent Training

Quando si parla di problematiche psicologiche infantili e adolescenziali, sia che riguardino l’umore, l’ansia, i tic, sia che concernano le difficoltà scolastiche, il professionista che aiuta il bambino non può esimersi dal tenere in considerazione l’universo relazionale che lo circonda quotidianamente. L’ambiente familiare e scolastico sono gli ambiti con cui il bambino interagisce più frequentemente e quelli che possono in misura maggiore risentire del disagio psicologico manifestato dal bambino e al contempo influire sull’evoluzione del disturbo.

Gli effetti di problematiche più pervasive e invalidanti per il bambino possono ricadere sulla tenuta psicologica dei genitori e sull’armonia famigliare in generale. In alcuni casi, come i disturbi del comportamento, l’ADHD, i disturbi d’ansia, i disturbi dello spettro autistico, i tradizionali metodi educativi potrebbero non solo risultare inefficaci ma favorire le circostanze in cui si verificano i comportamenti problema, i quali richiedono competenze educative speciali.

Anche qualora il bambino intraprenda un percorso riabilitativo o psicoterapeutico ciò non è sempre sufficiente, specialmente nei casi in cui l’espressione del disturbo si manifesta in molteplici contesti e in momenti diversi della giornata. Pensiamo all’iperattività/impulsività o ai comportamenti problematici dell’autismo. Quando si parla del bambino famiglia e scuola divengono attori protagonisti impegnati nel compito di rinforzare e mantenere cambiamenti comportamentali più adeguati.

Parent training come sostegno alla genitorialità

Il Parent Training (PT) risulta un utilissimo strumento atto a fornire ai genitori una conoscenza della problematica del figlio e delle risorse per poterla gestire. Il Parent Training è anche e soprattutto uno spazio in cui la coppia può ripensare la propria genitorialità e l’emozionalità agita nel rapporto col figlio riformulando successivamente nuovi obiettivi educativi.

Generalmente il Parent Training è un intervento condotto da uno psicologo ed è articolato in 10-12 sedute. Auspicabilmente si richiede la presenza di entrambi i genitori per un massimo di 4-6 coppie genitoriali, che devono essere il più possibile omogenee, per problematica ed età. Un PT condotto con più coppie genitoriali ha dei vantaggi e degli svantaggi rispetto a quello condotto con una singola coppia: la condivisione di esperienze genitoriali con simili problematiche favorisce la creazione di una rete di auto-mutuo aiuto dove è possibile comprendere le paure e le difficoltà altrui, condividendo strategie e soluzioni comuni; di contro il PT condotto con una sola coppia genitoriale non fornirà quella rete di condivisione e supporto che si crea nel PT di gruppo ma permetterà una maggiore personalizzazione nei temi trattati in seduta e delle strategie adottate.

Gli interventi di PT si dividono in più aree di lavoro:

  • Informazioni sul problema di carattere generale: spesso accade che il genitore che si approccia inizialmente al disturbo del bambino ha delle convinzioni riguardo allo sviluppo normotipico o patologico infantile che possono portarlo a una interpretazione errata del comportamento del figlio (attribuzioni). Attraverso queste idee il genitore imposta indirettamente anche un suo metodo educativo personale che può essere funzionale o meno alla gestione delle problematiche. Questa parte del PT quindi è diretta a informare correttamente i genitori sulla natura del disturbo e sul modo in cui si manifesta, rendendoli consapevoli del problema e fornendo una nuova chiave di lettura al comportamento del figlio. Solitamente le prime sedute di PT comprendono la somministrazione di questionari sullo stress genitoriale e sullo stile educativo e sulla sintomatologia del bambino. Questi test serviranno a valutare l’esito finale dell’intervento.
  • Un’area di lavoro in cui si esplorano i vissuti emotivi e le credenze genitoriali sulle qualità e sui comportamenti del figlio, l’accordo e la riflessione sullo stile educativo esercitato da entrambi i caregiver, senza tralasciare le dinamiche coniugali che si collegano alla genitorialità. Soprattutto nel caso di disturbi comportamentali è indispensabile favorire nel genitore la focalizzazione sul comportamento positivo e sulle risorse che il bambino possiede. Capita spesso che in questi casi l’attenzione del genitore si concentri sull’aspetto negativo e quasi mai su quello positivo. Il risultato è che la strategia educativa sarà rivolta al comportamento negativo e non potrà che conseguirne una punizione. Il lavoro del PT al contrario incoraggia a rinforzare tutti quei comportamenti positivi e quei cambiamenti che il bambino mette in atto.
  • Una fase di insegnamento delle strategie educative più funzionali alla gestione della problematica: Ai genitori vengono forniti degli strumenti per leggere un determinato comportamento nel figlio, per capirne la valenza comunicativa e per cercare di identificare quale evento anticipa il comportamento del bambino e quale lo mantiene (Analisi Funzionale del Comportamento). In secondo luogo vengono fornite delle strategie di gestione del comportamento problema, di rinforzo positivo e di punizione più funzionali a promuovere un cambiamento nel bambino (ignorare strategico, token economy, costo della risposta, time out etc.)

Ognuna di queste fasi prevede dei compiti da eseguire a casa o comunque al di fuori della seduta. Alla fine del percorso, come monitoraggio e valutazione d’esito dell’intervento, i genitori rispondono ai questionari forniti all’inizio del percorso sul parenting e sullo stress genitoriale.

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